Ansa, 30 Aprile 2022
Compatta e forte di un voto che ha raccolto una maggioranza ‘bulgara’ attorno a una mozione
unitaria e collettiva, l’Associazione nazionale magistrati guidata da Giuseppe Santalucia e Salvatore Casciaro si lascia alle spalle la disfatta del caso ‘PALAMARA and friends’, e marcia decisa con ritrovato orgoglio verso l’individuazione della data nella quale indire il giorno di sciopero – contro la
riforma Cartabia dell’ordinamento giudiziario – al quale le toghe hanno dato il disco verde con 1081 voti a favore, 169 contrari e 13 astenuti, dopo un dibattito di otto ore al quale hanno partecipato come ospiti anche parlamentari esperti del ramo giustizia.
Per non essere “invadente” in un momento cosi’ delicato, la Guardasigilli Marta Cartabia ha declinato l’invito al meeting delle toghe mandando pero’ il suo capo di gabinetto Raffaele Piccirillo e tenendo aperta la porta del dialogo con un messaggio a una convention antimafia in cui ha scritto che “la
nostra magistratura e’ un presidio del nostro vivere democratico”.
“Per me la riforma non va chiusa cosi’: la mia idea e’ che si tratta di una riforma blanda, serve invece che sia molto piu’ incisiva, va migliorata al Senato e si possono prendere in considerazione anche alcuni spunti tecnici che ho sentito qui oggi”, ha detto Giulia Bongiorno della Lega – pronta a mettere
in discussione il testo della riforma a Palazzo Madama – sottolineando che “il cuore del problema politico e’ se al Senato si cambiera’ o meno questa riforma: perche’ da un lato c’e’ l’esigenza delle imminenti elezioni del Csm e di chi vuole che si svolgano a luglio con le nuove norme, io invece credo che le
riforme devono essere incisive altrimenti e’ meglio non farle”.
E’ probabile che l’astensione dalle udienze, che potrebbe essere seguita da altre ‘repliche’ se la politica non prestera’ ascolto, si tenga prima che il Senato approvi la riforma, attorno 20 al maggio. “Abbiamo assistito all’accentuazione delle criticita’ della riforma” e “siamo qui per trovare forme di
protesta, che siano anche attraverso atti” che manifestino all’esterno “le ragioni” delle nostre obiezioni alla riforma che “sara’ inutile e credo anche dannosa”, ha sottolineato Santalucia nel suo intervento all’assemblea in “convocazione straordinaria” e che ha contato sulla partecipazione al voto di oltre 1423
toghe, anche tramite delega. In tutto, i magistrati sono poco meno di 10mila, e il 96% e’ iscritto all’Anm.
“E’ una riforma permeata da logiche aziendalistiche, – ha proseguito il segretario Casciaro – che mira all’efficienza e pensa ai tribunali come a catene di montaggio, che forniscono, possibilmente in tempi rapidi, un prodotto, poco importa se sia o meno di qualita’. Una riforma che altera profondamente il
modello costituzionale di giudice” e che “e’ animata dal risentimento” della politica, nonostante siano passati trenta anni da Mani Pulite.
Ci ha pensato Giulia Sarti, molto applaudita, a mettere in guardia dal rischio di modifiche della riforma al Senato. “Il pericolo – ha detto la parlamentare Cinquestelle – e’ che se si riaprira’ il dibattito in Senato sulla riforma dell’ordinamento giudiziario, nei numeri non ci sara’ una maggioranza come quella che finora e’ riuscita ad evitare la responsabilita’ diretta dei magistrati e l’azzeramento del passaggio di funzioni. La
complessita’ delle posizioni e la loro eterogeneita’ ha portato e porta il Parlamento a fare riforme fatte anche di cose che siamo riusciti ad evitare”. “Spero che se non sara’ al Senato, sara’ nei decreti attuativi” che potranno esserci “modifiche”, ha aggiunto Sarti “e’ sbagliato” e ha sferzato i magistrati
“a riflettere sulla drammatizzazione degli effetti rispetto alle riforme in campo” ricordando che la tanto temuta riforma sulla responsabilita’ indiretta delle toghe in 12 anni ha portato solo a otto ‘condanne’. Sulla stessa linea il leader dei penalisti.
“Non vi e’ nessun altro Paese al mondo – ha detto il presidente delle Camere penali Gian Domenico Caiazza – dove per ogni governo che si forma vengono messi fuori ruolo 200 magistrati, e
tacete su tutto questo. Volete che il capo di gabinetto e il capo dell’ufficio legislativo del ministero siano dei magistrati e non degli appartenenti al funzionariato di carriera.
La chiamata alle ‘armi’ dell’ Anm si e’ svolta a Roma, nell’Aula magna della Pontificia Universita’ San Tommaso D’Aquino Angelicum che ha una capienza di 1100 posti, quasi tutti riempiti, ha detto Italo Federico, il magistrato che ha presieduto l’assemblea sotto lo sguardo di un busto marmoreo di
Papa Giovanni II. Il ‘raduno’ dei magistrati, chiamati a decidere l’estremo passo contro la riforma che modifica il sistema elettorale e il funzionamento del Csm e vara le contestatissime ‘pagelle’ sulla performance delle toghe, e’ stato trasmesso in streaming dalla stessa Anm.